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sabato 28 febbraio 2015

Italia. La lezione del Gattopardo.




         Il bravo Mario Seminerio consuma invano tempo e inchiostro per denunciare la propaganda che appesta il dibattito pubblico italiano. Su Phastidio.net segnala un articolo di Tuttosport dove si suggerisce una relazione tra i recenti successi delle squadre italiane di calcio in Europa e il minuscolo miglioramento dei numeri dell'economia:

" E' un caso. O forse solo in parte, perché certe coincidenze alla fine possono avere un filo sottile che le collega, ma nel giorno in cui l'Italia del calcio celebra lo storico passaggio agli ottavi di tutte e cinque le squadre in Europa League (con la Juventus vincitrice della gara di andata degli ottavi di Champions), lo spread scende al 98. Non succedeva dal 2010 si trovasse sotto la soglia psicologica dei 100 punti. Per gli analisti è un segnale che il mercato giudica crollato il rischio Italia. Insomma, anche se si tratta per il momento solo di piccoli segnali si potrebbe pensare che il Paese stia uscendo dal guado". 

La propaganda esiste da sempre e dal secolo scorso segna anche le democrazie occidentali. E' passato ormai molto tempo da queste amare considerazioni di Karl Popper, espresse il 31 maggio 1970 in una lettera "confidenziale" a Lord Coleraine:

"Per motivi a me del tutto ignoti, la propaganda di sinistra ha ottenuto una vittoria in quasi tutti i Paesi occidentali che può essere definita solo come completa. Sembra che essi si siano accaparrato il monopolio nel controllo di tutti i "mass-media" (la loro orribile terminologia). Come ciò possa essere accaduto non so... Il vero problema è che nessuno sembra essersi reso conto di ciò che è accaduto: quale tipo di vittoria sia stata conseguita dalla sinistra; neppure gli stessi vincitori ritengono, o si rendono conto, che, per quanto riguarda i mezzi di propaganda, essi sono già diventati la "Classe dirigente"" (Karl POPPER, Dopo La società aperta, 2009, p. 386).

Ma quella sinistra, nella versione socialdemocratica e in quella rivoluzionaria, perseguiva grandi obiettivi, guidata da nobili ideali o da tragiche utopie. I suoi eredi contemporanei navigano invece a vista. Astuti governanti prendono tempo, attuando misure idonee oggi soltanto a conservare l'esistente, premiando speculatori e grandi debitori.
L'Italia del 2015 non fa eccezione. Un governo eletto da un blocco sociale nettamente conservatore, formato soprattutto da pensionati, dipendenti pubblici ed esponenti del capitalismo clientelare, mostra di voler cambiare tutto per non cambiare in realtà niente di importante. Spesa pubblica, regioni e welfare, concorrenza, pressione fiscale. Il peso che schiaccia l'economia italiana resta sostanzialmente intatto, mentre molto sembra in movimento. 
La lezione del Gattopardo prende corpo in una politica sterile e in una propaganda sempre più pervasiva. Ma la realtà presenterà il proprio conto salato.

domenica 22 febbraio 2015

Nord Africa e Medio Oriente. L'asimmetria devastante.




La rivolta contro Gheddafi e le bombe occidentali hanno fatto cadere il suo regime in Libia, ma alla caduta è seguito il caos. Caduta e ricostruzione sono processi asimmetrici: è molto più facile abbattere che costruire nella direzione auspicata. La successiva affermazione di gruppi che hanno come referente l'ISIS allarma l'opinione pubblica occidentale, che comincia a chiedere  ai propri governi misure di contenimento efficaci.
Il sempre diligente e costruttivo ex ministro degli esteri italiano Franco Frattini in una intervista a Sky TG24 del 19 febbraio 2015 ripropone temi e misure che sembrano oggi lontani dalla realtà: ricostruzione democratica, diritti umani. Più vicina alla realtà l'opinione del generale Carlo Jean, su geopolitica.info del 18 febbraio 2015:

"A mio avviso, l’unica possibilità è quella di un intervento esterno in Libia. Un intervento dell’Egitto e dell’Algeria a sostegno in questo caso del governo di Tobruk. Quello che è da escludere, a parer mio, è di mandare truppe occidentali sul terreno. Ho sentito varie dichiarazioni a riguardo negli ultimi giorni.  Neanche se inviassimo diecimila o centomila uomini la situazione si tranquillizzerebbe, dal momento che sul territorio ci sono un milione di armati divisi in 1500 gruppi che tentano di ottenere profitti per prendere il potere politico. Di conseguenza il problema non è di fare un’operazione di peace keeping, ma di peace enforcement: avere cioè una forza tale da riuscire a imporre la pace alle varie milizie disarmandole. Un risultato tutt’altro che semplice".

Per imporre la pace sarebbe necessaria una forza militare soverchiante, che l'Occidente non ha o non è disposto a usare oggi. La userebbe soltanto secondo il modello della "guerra democratica", che inizia con il favore dell'opinione pubblica e non si riesce a chiudere con transazioni. L'opinione pubblica democratica non comprende o disapprova la cosiddetta guerra preventiva, ma poi non si accontenta di risultati parziali. Con queste premesse il dramma è garantito.



venerdì 13 febbraio 2015

Chiesa cattolica. L'economia buona è quella che funziona.




Papa Francesco ha grandi meriti. Ha riproposto un cristianesimo semplice, genuino, privo del sovraccarico intellettualistico che lo ha a lungo soffocato. Con Bergoglio la Chiesa guarda ancor più intensamente ai poveri, primi destinatari  del messaggio di Gesù. Meno convincente è la tendenza, che fa capolino anche in sede magisteriale, a proporre una sorta di visione economica cristiana, di approccio economico e sociale globale idoneo a fronteggiare disoccupazione, povertà, ingiustizia, degrado ambientale.
Uno dei tratti più originali ed affascinanti del cristianesimo è rappresentato proprio dal non essere un corpo di regole direttamente applicabili alla economia e alla politica. La visione cristiana esercita la sua influenza indirettamente, purificando le coscienze. Restano insuperate le lucide considerazioni di Tocqueville ne La Democrazia in America (Libro Terzo, Parte Prima, Capitolo Quinto):

"....nel Corano non solo dottrine religiose, ma anche massime politiche, leggi civili e criminali e teorie scientifiche. Il Vangelo, invece, parla solo dei rapporti generali degli uomini con Dio e fra loro. Al di fuori di questo non insegna nulla e non obbliga a credere nulla. Questo soltanto, fra mille altre ragioni, basta a mostrare che la prima di quelle due religioni non può dominare a lungo in tempi di civiltà e di democrazia, mentre la seconda è destinata a regnare anche in quei secoli come in tutti gli altri".

Qualsiasi religione, e il cristianesimo non fa eccezione, quando si lega a teorie economiche, politiche o filosofiche soltanto umane rischia di cadere con esse. L'economia buona è quella che funziona. Ricette che prevedono la diretta imposizione alle istituzioni economiche dei principi della morale cristiana funzionerebbero, condurrebbero a migliorare le condizioni dei più, a fornire le risorse per non lasciare indietro nessuno? L'esperienza storica non offre indicazioni in questo senso, anzi. Il mercato realizzato con regole e istituzioni efficienti si rivelerebbe sicuramente migliore di un'economia "cristiana" segnata dalla presenza di operatori non cristiani.

giovedì 5 febbraio 2015

Vecchi e nuovi roghi. Salviamo anche la verità.




Sul Corriere della Sera  del 4 febbraio 2015 Andrea Del Col commenta la tragica morte del pilota giordano arso vivo da ISIS istituendo una sorta di analogia con i roghi di eretici e streghe che hanno segnato la storia dell'Europa cristiana fino a due secoli e mezzo fa:

"Il fuoco che dà la morte a un essere umano riporta alla memoria i roghi, che sono stati una pratica ufficiale degli Stati e delle Chiese in Europa per molti secoli".

"Quello che colpisce oggi in questa storia è che le sentenze di morte venivano emesse dai giudici ecclesiastici in nome di Gesù Cristo. Venivano poi eseguite dalle autorità statali con il rogo, ma talvolta i condannati venivano strangolati, impiccati, annegati, decapitati.
Il fuoco portava con sé un grande senso di purificazione dal male e veniva utilizzato anche per distruggere i libri proibiti".

Sottotraccia  l'idea che religione, fanatismo, intolleranza e violenza siano inevitabilmente connessi, almeno in certe fasi della storia umana. Tale visione, che tende a equiparare tutte le religioni, non fu di Montesquieu. Ne Lo Spirito delle leggi (libro ventiquattresimo, capitoli terzo e quarto) l'illuminista francese precursore del liberalismo contemporaneo scrisse:

"Per quanto riguarda il carattere della religione cristiana e quello della religione musulmana, si deve senz'altro abbracciare l'una e respingere l'altra: perchè per noi è molto più evidente che una religione debba addolcire i costumi degli uomini, di quanto non sia evidente che una religione è la vera".

"E' una sciagura per la natura umana che la religione sia data da un conquistatore. La religione maomettana, la quale non parla che di spada, influisce ancora sugli uomini con quello spirito distruttore che l'ha fondata".

"La religione cristiana è lontana dal dispotismo puro: infatti, essendo la mitezza tanto raccomandata nel Vangelo, essa si oppone alla collera dispotica con cui il principe si farebbe giustizia e metterebbe in pratica le sue crudeltà".

"...dobbiamo al cristianesimo, nel governo un certo diritto politico, e nella guerra un certo diritto delle genti, di cui l'umanità non potrebbe mai essere abbastanza riconoscente."

Il grande francese dà un giudizio netto, "politicamente scorretto", ma quanto corrispondente al vero?  Tra le più significative  reazioni  alla uccisione del pilota giordano si distingue quella di  Ahmed Al Tayyeb.
 L'imam dell'Università di Al Azhar del Cairo " nel riferirsi al pilota giordano arso vivo ha "espresso la sua profonda indignazione di questa azione terrorista ignobile che esige la sanzione indicata dal Corano per questi tiranni che corrompono e che fanno la guerra ad Allah e il suo messaggero. Devono essere uccisi, crocefissi e bisogna tagliare loro le mani e i piedi , ha aggiunto l'imam riferendosi alla punizione coranica del taglio incrociato della mano destra e del piede sinistro"(ANSA 4 febbraio 2015).
Nel Magistero della Chiesa cattolica si trova qualcosa di paragonabile?


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