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sabato 2 ottobre 2021

Luigi Einaudi governatore della Banca d'Italia.



Luigi Einaudi è stato governatore della Banca d'Italia tra il 1945 e il 1948. Degli anni 1945/47 è il Diario pubblicato nel 1993 a cura di Paolo Soddu Fondazione Luigi Einaudi. Il documento è una miniera di ricordi preziosi.

In udienza con la moglie Ida da papa Pio XII:

"Il Papa...E' vissuto in Germania all'epoca della grande svalutazione del marco, per cui ha l'impressione, divisa da molti, che si trattasse, almeno in principio, di una manovra eseguita ad arte allo scopo di annullare il debito pubblico" (pag. 554).

Su Togliatti (fonte Tasca):

"Togliatti nel 1927, in occasione del congresso del Comintern, fu l'unico delegato straniero, il quale dichiarò di essere pronto a prendere qualsiasi ordine da Mosca ed ubbidirvi ciecamente. Nel 1937 fu uno dei giudici nel processo contro il maresciallo Tuchacevskij. Nenni a Tasca: «Nel dicembre 1944, all'epoca dell'ultima crisi, Togliatti aveva dichiarato che non avrebbe mai accettato di far parte del ministero. Alle 16 dello stesso giorno fu visto far visita all'ambasciata russa; alle 16,30 aveva accettato di far parte del ministero»" (pag. 419).

La signora Roosevelt (fonte Tasca):

«Noi degli Stati Uniti abbiamo molta simpatia per i popoli dell'Unione Sovietica. Ma non abbiamo altro che odio e diffidenza verso il regime bolscevico» (pag. 420).

Nitti e il fascismo:

"Ricorda di Briand. Nel 1925 Briand, di ritorno da Roma, venne a raccontargli che il Re gli aveva detto che costoro (i fascisti) non sarebbero durati gran che al potere. Lui, Nitti, ora dice di non averci creduto, ma è noto che per parecchio tempo - e l'avevo sentito io stesso dalla sua bocca - che nel 1926-28 Nitti parlava della caduta del fascismo fra tre mesi come di cosa certa" (pag. 494).

Da re Umberto dopo il Referendum:

" Nonostante che da molte parti gli siano giunti telegrammi di protesta contro il modo con cui si sono svolte le operazioni del referendum, egli non intende in nessuna maniera di porre qualsiasi ostacolo al trapasso del potere" (pag. 658).

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