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venerdì 1 agosto 2014

Crisi. L'offerta e la domanda.




Su Il Sole 24 ORE del 31 luglio 2014 il professor Donato Masciandaro pone in evidenza la continuità di linea della Banca centrale USA. La politica monetaria espansiva continua. Ma la sua efficacia resta incerta e dipende dalla reale natura della crisi:

"...nella visione Yellen il beneficio atteso di mantenere un atteggiamento espansivo è quello di poter dare con la politica monetaria un contributo ad una stabile ripresa del mercato del lavoro. È una aspettativa robusta? Dipende da come si crede funzioni l'economia statunitense. Le colombe - a cui la Yellen appartiene - sono convinte che un ritorno alla piena occupazione dipenda da un sostegno continuo alla domanda aggregata, che può essere assicurato dal mantenimento di una politica monetaria espansiva. I falchi osservano al contrario che il ristagno del mercato del lavoro debba essere imputato a ragioni legate alla conformazione dell'offerta aggregata: i deficit di flessibilità, di competitività e di produttività non si sono mai curati attraverso espansioni monetarie".

Alcuni significativi parametri spingono ad attribuire ai deficit di flessibilità, di competitività e di produttività un ruolo determinante. Il permanente deficit della bilancia commerciale, il costante basso tasso di occupazione, la modesta qualità dei nuovi posti  di lavoro, creati prevalentemente nei settori del commercio al dettaglio, della ristorazione, della sanità e assistenza alle persone, indicano che i problemi più radicati e dolorosi sono nell'ambito dell'offerta.
L'Amministrazione USA con l'allentamento monetario e fiscale non ha risolto i problemi dell'economia reale. Questa linea di politica economica non cura i vizi profondi della società e dell'economia statunitensi, costituiti dall'indebolimento del capitale umano, dal fallimento delle principali agenzie educative, dal deterioramento delle istituzioni economiche, dalla prevalenza del capitalismo clientelare.
Non va inoltre sottovalutata la portata diseducativa di tale politica. I cittadini, soprattutto i giovani, sono indotti a pensare che lo sviluppo economico di un paese non dipenda dallo studio, dal lavoro e dal risparmio, dall'impegno e dalla lungimiranza degli imprenditori. Ma l'impegno strenuo di individui e famiglie e la dedizione degli imprenditori restano la sola vera risorsa per evitare il declino. Non siano i governanti, mossi dalla brama di facile consenso, a precluderne l'incremento e la piena operatività.


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