Dario Antiseri pensa, in sostanza, che una teologia laica, fondata sulle sole risorse della ragione umana, debba confrontarsi soprattutto con i due principali esiti del pensiero contemporaneo. Da un lato la piena consapevolezza dell'ineliminabile congetturalità della scienza: la "scienza su palafitte" di Karl Popper è una impresa collettiva i cui esiti sono sempre inevitabilmente provvisori, ipotetici, aperti a sviluppi imprevedibili. Dall'altro la convinta accettazione della cosiddetta legge di Hume, cioè della inderivabilità dei valori dai fatti, delle prescrizioni morali dalle descrizioni della natura. Questa prospettiva, conducendo alla distruzione di ogni "assoluto terrestre", lungi dal negare la compatibilità con la ragione di una religione rivelata e "tradizionale", cioè tramandata di generazione in generazione, come quella cristiana cattolica, apre ad essa ampi spazi.
Secondo il teologo Vito Mancuso si tratta invece di "argomentare a favore della bellezza, della giustizia e della sensatezza della vita, fino a ipotizzare che da essa stessa, senza bisogno di interventi dall'alto, sorga un futuro di vita personale dopo la morte". Pare, in sostanza, una ripresa del vecchio progetto deista sei-settecentesco, la cui tesi principale è che si può pensare Dio solo con gli attributi che ci indica la ragione secondo natura.
Le idee del professor Mancuso cozzano contro gli esiti prevalenti del pensiero contemporaneo (Popper, Wittgenstein, Lakatos, Feyerabend). Se la scienza dà sempre risultati congetturali e provvisori e non possiamo ricavare da essa un grammo di etica allora la ragione critica contemporanea, al di fuori della fede religiosa e di un progetto rivelato, non può parlare di Dio in termini positivi, nè trovare da sola soluzioni convincenti al problema di dare un senso all'esistenza ed una risposta assoluta alle domande morali fondamentali.
Dario ANTISERI, Cristiano perchè relativista, relativista perchè cristiano.
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Vito MANCUSO, L' anima e il suo destino
Vito MANCUSO, Per amore. Rifondazione della fede.