Obama è ormai saldamente al timone degli Stati Uniti. In politica estera deve confrontarsi con i loro tradizionali obiettivi: la difesa dei diritti dell' uomo, in particolare della libertà politica e religiosa; la diffusione delle istituzioni liberaldemocratiche e dei principi dello stato di diritto; la lotta contro la proliferazione nucleare, diretta soprattutto ad evitare che regimi autoritari ed irresponsabili ottengano armi atomiche; la garanzia della sopravvivenza e dell' integrità di Israele.
Il nuovo presidente mostrerà la sua grandezza se riuscirà a perseguire efficacemente questi obiettivi riducendo il ricorso ai metodi cruenti che tanto hanno pesato nella valutazione dell' opera del suo predecessore. Se invece la sua suadente retorica coprirà l' abbandono di fatto dei grandi obiettivi che hanno segnato tradizionamente la politica estera americana, passerà alla storia come il liquidatore fallimentare non solo della potenza statunitense, ma anche e soprattutto di quel patrimonio ideale che nelle sue stesse parole rappresenta la sua costante fonte d' ispirazione. E' il momento dei fatti, presidente.