La retorica abita da sempre i luoghi della politica e di per sè non ne esclude la grandezza. Ma una certa retorica, quella dei sogni e delle speranze, è davvero pericolosa. Prima avvicina, sprona, supera diffidenze, talvolta mobilita, converte. Poi la realtà si mostra con tutte le sue durezze e complessità. Appare scostante, refrattaria.
Allora quella retorica o il suo ricordo sfociano nella disillusione, nel qualunquismo, nel rifiuto e nel disprezzo della politica stessa. Un paese ha bisogno di un elettorato saggio, che chieda ed accetti sempre meno sogni e speranze, ma pretenda sempre più la verità.