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domenica 20 settembre 2015

Italia, il paese delle destre sbagliate.




Ernesto Galli della Loggia su Il Corriere della Sera del 15 settembre 2015 ha scritto:

"Ma un moderno conservatorismo politico è altra cosa. Innanzi tutto è liberale. Cioè in economia è contro ogni strettoia corporativa o monopolistica a vantaggio di gruppi privilegiati e interessi protetti, senza per ciò essere sempre e comunque contro l’intervento pubblico. Ideologicamente, poi, esso dovrebbe essere interessato soprattutto a promuovere e difendere la diversità delle opinioni. Cercando altresì di essere culturalmente anticonformista e quindi simpatizzando con le minoranze e il loro punto di vista: sicché oggi, per esempio, diffiderà dello scientismo e dell’idolatria tecnologica imperanti, così come del pregiudizio egemone secondo cui ogni desiderio soggettivo può diventare un diritto. E si asterrà, naturalmente, dall’omaggio universale a tutte le idee, le mode e le «diversità» politicamente corrette".

Sono considerazioni largamente condivisibili. Ma questa destra virtuosa in Italia non ha mai trovato ampio e durevole spazio non perché, come sostiene lo stesso della Loggia, il conservatorismo italiano sia soltanto nullista, negativo, bensì perchè si è ripetutamente affermata una destra sbagliata, statalista, nazionalista, identitaria. La destra italiana ha fallito perché si è data obiettivi perversi, pericolosi, producendo risultati conseguenti. Invece di Cavour e Giolitti ha scelto Mussolini, dopo De Gasperi e Einaudi ha trovato in Andreotti e Berlusconi i propri campioni.  Ogni paese ha i leader e la destra che si merita, che cultura e visioni diffuse rendono possibili. Così l'Italia continuerà ad avere destre, sempre sbagliate.


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