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venerdì 12 dicembre 2014

Corruzione a Roma. Il mondo ci guarda.




L'indagine sulla pervasiva corruzione a Roma ha destato l'attenzione dei grandi media internazionali. Il Corriere della Sera del 12 dicembre 2014 dà così conto di un articolo del New York Times:

"L’inchiesta sulla corruzione a Roma «sta a ricordare che, virtualmente, non c’è angolo dell’Italia che sia immune dall’infiltrazione criminale»: è il commento pubblicato nell’edizione internazionale del New York Times in una corrispondenza da Roma di Elisabetta Povoledo apparsa in prima pagina". 

"Non solo, secondo Il New York Times, le indagini della Procura di Roma rilanciano interrogativi «about Italy’s ability ever to reform itself and fulfill the demands for fiscal responsibility», ovvero sull’affidabilità del Belpaese in merito alla richiesta di una maggior responsabilità in campo fiscale chiesta dai soci dell’Eurozona".

"E commentando la grande mole di intercettazioni, il quotidiano Usa scrive: «Perfino per un Paese in cui la corruzione è data per scontata nella vita quotidiana, le rivelazioni hanno sbalordito i cittadini». E il giornale non ha dubbi: «La diffusa e incontrollata corruzione, con sottrazione di fondi pubblici rivelata dall’inchiesta è un’esempio della situazione che ha portato il debito pubblico dell’Italia ad uno dei livelli più alti in Europa»".

Il mondo ci guarda. L'immagine dell'Italia si deteriora profondamente. Ma l'inchiesta romana può rivelarsi fuorviante. Il declino italiano non si spiega soltanto con la corruzione e la criminalità organizzata. I grandi colpevoli hanno il volto meno impresentabile di un welfare e di un sistema pensionistico insostenibili, di una demografia sfavorevole, di imprese inadeguate per capitalizzazione, dimensioni e risorse tecniche, di una scuola inefficiente, di una burocrazia opprimente, di una pressione fiscale elevatissima, di autonomie territoriali mal congegnate. Onesti e disonesti hanno contribuito al disastro. Non dimentichiamolo.


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