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venerdì 18 ottobre 2013

Cina. Il ruolo della memoria generazionale.



Su Asianews del 5 ottobre 2013 Paul Wong riassume un'intervista che He Weifang, professore di diritto all'Università di Pechino (Beida), ha concesso al South China Morning Post.
Secondo il giurista cinese, autore di un microblog molto seguito, "il Partito comunista cinese deve fare dei passi per ridurre il suo monopolio sulla società, garantendo anzitutto l'indipendenza della magistratura e la libertà di stampa e passando poi alla libertà dei sindacati e delle organizzazioni sociali".
"Negli ultimi mesi" - scrive ancora Wong - "sulle pubblicazioni del Partito si è combattuto con forza l'idea del costituzionalismo, cioè il mettere la costituzione al di sopra del Partito. Secondo alcuni articoli, questa mossa fa perdere potere al Partito e rischia di portare la Cina al collasso, come è avvenuto per l'ex Unione sovietica".
Lo scontro verte dunque sul governo costituzionale e lo stato di diritto. Quali sarebbero le conseguenze sociali ed economiche dell'adesione della Cina al modello di stato che prevale in Occidente? In Cina il regime autocratico controlla investimenti e salari, decide il tasso di risparmio, conserva un welfare corto che copre e costa poco, impone le esternalità negative della produzione. Tutto ciò si risolve in un rilevante vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti occidentali. Ancora oggi, mentre la crisi continua, l'economia cinese rallenta ma non si arresta.
Ma perchè il peso dell'autocrazia e l'assenza di genuine garanzie dei diritti delle persone e dei corpi sociali intermedi non provocano rivolte in grado di rovesciare il regime? Uno dei principali fattori che frenano le tendenze eversive è rappresentato dalla memoria generazionale. Molti cinesi ricordano la drammatica povertà e la crudele repressione subite durante i lunghi decenni che seguirono la nascita della Repubblica Popolare, raggiungendo livelli intollerabili durante la Rivoluzione culturale. I giovani che non erano ancora nati ascoltano i loro padri e i loro nonni. Quando la memoria generazionale non rappresenterà più un efficace fattore di sopportazione, il regime dovrà fronteggiare un'opposizione più robusta, determinata e diffusa.
L'attuale mercato socialista cinese presenta chiare analogie con la NEP sovietica. In entrambi una limitata e vigilata libertà di impresa è accompagnata da un rigido monopolio del potere detenuto dal partito comunista. La NEP sovietica lasciò rapidamente il posto alla stretta staliniana perché le promesse della Rivoluzione erano ancora sufficientemente credibili ed attraenti, perché il vicolo cieco dell'utopia non era stato esplorato fino in fondo. Quando le nuove generazioni cinesi non ricorderanno l'orrore e non crederanno più ai racconti degli anziani le sirene rivoluzionarie, tuttora operanti, ritorneranno ad affascinare e a suggestionare. La distanza e il conflitto tra ideologia e realtà rappresenteranno di nuovo un potente fattore rivoluzionario.


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