Nella società sovietica matura "il potente Stato redistributivo garantiva alla popolazione un alto grado di stabilità e di salvaguardia sociale non giustificabili con il livello di produttività raggiunto dall'economia sovietica. Il "segreto" della politica economica di Breznev fu svelato soltanto dopo la morte del suo ideatore".
"Il regime brezneviano aveva rinunciato definitivamente a introdurre qualsiasi seria riforma strutturale e cominciato a sostituire le riforme con l'esportazione di materie prime ed energia. Gli sforzi principali si erano concentrati sullo sviluppo rapido e ipertrofico dell'industria estrattiva, in primo luogo, di petrolio e gas".
"Tale politica di sostituzione delle riforme con la svendita delle ricchezze naturali contribuì a mantenere lo sviluppo dell'industria e a creare un gran numero di posti di lavoro. Questa fu la ricetta brezneviana per l'organizzazione della stabilità e del consenso nella società sovietica" (Victor ZASLAVSKY, Storia del sistema sovietico, 2009, p. 194).
L'URSS si è dissolta nel 1991, ma questo assetto non ha subito mutamenti decisivi. La Russia è ancora in larga misura dipendente dall'esportazione di petrolio, gas e altre materie prime. Il governo russo tenta di realizzare riforme strutturali: diversificazione produttiva, riduzione del deficit, innovazione tecnologica, ristrutturazione del sistema assistenziale/previdenziale e rinnovamento istituzionale vengono riproposti come punti principali dell'agenda governativa.
Russia OGGI ne espone le linee guida, con un interessante riferimento all'evoluzione del mercato internazionale del gas:
"L’impennata nella produzione a basso costo del gas di scisto e la costruzione degli impianti per la sua liquefazione e il successivo trasporto in Europa costituiscono una reale minaccia per Gazprom, i cui ricavi vengono prodotti al 75 per cento dall’esportazione. Per parecchi anni Gazprom ha guardato con scetticismo alla realtà di una simile minaccia e quindi alla sua remota eventualità, ma a un tratto essa è apparsa come una prospettiva imminente".
Da sottolineare infine il ruolo tuttora centrale dell'industria degli armamenti russa. Nel 2011 la Russia ha mantenuto la posizione di secondo esportatore di armi al mondo dopo gli Stati Uniti. Nel Ventunesimo secolo non potrà più essere soprattutto un esportatore di armi e materie prime energetiche. Ma la strada delle riforme è in salita.