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venerdì 24 agosto 2012

La Chiesa cattolica e gli Ebrei alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Enrico Caviglia.

Periodicamente si riaccende la polemica sull'atteggiamento della Chiesa cattolica nei confronti degli Ebrei  e del regime nazista. Nei convulsi anni che precedettero la Seconda guerra mondiale la Chiesa cattolica si oppose fermamente all'ideologia e ai crimini del regime nazista tedesco. Sono da ricordare in particolare l'enciclica Mit brennender Sorge di papa Pio XI e l'eroico comportamento del vescovo Clemens August von Galen, poi cardinale.









La posizione della Chiesa era ben chiara ai contemporanei. Enrico Caviglia, uno dei più brillanti generali del Ventesimo secolo, colto e lucido osservatore, scrisse nel suo diario (I dittatori, le guerre e il piccolo re - Diario 1925 - 1945, 2009, pp. 226 e 227):


10 febbraio 1939

"E' morto il Santo Padre Pio XI...In generale la morte del Pontefice è sentita. Il suo atteggiamento in favore degli ebrei ha fatto un'ottima impressione in tutto il mondo, e l'autorità morale della Santa Sede ha acquistato influenza anche presso le altre religioni.
Oggi il Re è andato verso le 19 a visitare la salma. Mussolini non è andato: forse non ha voluto dare un dispiacere a Hitler".

2 marzo 1939

"In questi ultimi tempi l'autorità della Chiesa è accresciuta in tutto il mondo per aver difeso a viso aperto gli ebrei e la religione. Impressione enorme ha fatto il vecchio Papa, quasi morente, che dà per radio un messaggio a tutto il mondo in difesa degli ebrei. Pacelli fu il suo segretario e consigliere".


L' autorevole giudizio di Caviglia era allora largamente condiviso. Solo dopo la Seconda guerra mondiale, nell'ambito della durissima battaglia politico ideologica, si pose in dubbio ciò che non era dubbio.


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