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domenica 1 gennaio 2012

Newton filosofo naturale. L'archivio Portsmouth.

 


Isaac Newton nacque in Inghilterra il 4 gennaio del 1643, secondo il calendario gregoriano. Morì a Londra nel 1727. Figlio di piccoli proprietari terrieri, fu prima studente poi professore al Trinity College di Cambridge. Durante la sua lunga vita conseguì fama intellettuale e successo pubblico. Membro e quindi presidente della Royal Society, divenne direttore della Zecca e cavaliere.
Celebrato per la sua teoria della gravitazione universale e per il suo contributo allo sviluppo del calcolo infinitesimale, ha rappresentato l'immagine positivista dello scienziato. Ma nel Novecento l'esame approfondito dei suoi manoscritti ha consentito di rivedere la sua figura, ora presentata coi tratti di un filosofo naturale del suo tempo. Su Newton la video lezione del professor Paolo RossiDa segnalare anche questa recentissima biografia  scientifica: Niccolò GUICCIARDINI, Newton, 2011.
La nuova filosofia naturale del Seicento si confrontò criticamente con la tradizione aristotelica. Si trattò di un approccio globale, riguardando "la visione del mondo, dell'uomo, della conoscenza, e infine di Dio stesso e delle sue relazioni con la Natura" (op. cit. pag. 33). Newton si occupò a lungo non solo di fisica e matematica ma anche di alchimia, teologia, cronologia. Convinzioni non conformiste e antitrinitarie, eretiche anche rispetto all'anglicanesimo, caratterizzarono la sua religiosità, tanto da costringerlo ad una grande riservatezza.
Incline all'esoterismo, lo sfondo concettuale connesso ai suoi interessi alchemici e teologici influenzò la concezione delle teorie fisiche. "Tutte le ricerche newtoniane, anche quelle di ottica, di fisica e di astronomia, sono in una certa misura intrecciate ... alle sue convinzioni religiose e alla sua teologia eretica" (op. cit. pag. 119).
Ben più vicina alla visione oggi prevalente appare la posizione del cattolico Galilei, espressa nella Lettera a padre Benedetto Castelli, che ha ottenuto un ampio consenso anche in ambito teologico:
"... Io crederei che l'autorità delle Sacre Lettere avesse avuto solamente la mira a persuader a gli uomini quegli articoli e proposizioni, che, sendo necessarie per la salute loro e superando ogni umano discorso, non potevano per altra scienza né per altro mezzo farcisi credibili, che per la bocca dell'istesso Spirito Santo. Ma che quel medesimo Dio che ci ha dotati di sensi, di discorso e d’intelletto, abbia voluto, posponendo l’uso di questi, darci con altro mezzo le notizie che per quelli possiamo conseguire, non penso che sia necessario il crederlo, e massime in quelle scienze delle quali una minima particella e in conclusioni divise se ne legge nella Scrittura; qual appunto è l’astronomia, di cui ve n’è così piccola parte, che non vi si trovano né pur nominati i pianeti".
Infine qualche cenno del cosiddetto archivio Portsmouth, il "baule di Newton". Nella seconda metà del Settecento la maggior parte dei manoscritti di Newton era ancora in possesso del Duca di Portsmouth, discendente di sua nipote. Le vicende di questo archivio sono strettamente connesse agli sviluppi della storiografia newtoniana.
Esso rivela un Newton lontano dal mito positivista ed illuminista. Tale distanza determinò la sua divisione e ritardi nella pubblicazione delle sue parti più significative. Gli scritti di immediata rilevanza scientifica passarono alla University Library di Cambridge già alla fine dell' Ottocento, mentre quelli alchemici, teologici e storici furono venduti all'asta negli anni Trenta del Novecento.
La dispersione della collezione di manoscritti li rese disponibili agli studiosi. Tramite i due principali acquirenti, il semitista Abraham Yahuda e l'economista John Maynard Keynes, importanti documenti sono pervenuti, rispettivamente, alla biblioteca dell'Università Ebraica di Gerusalemme e al King's College di Cambridge.
Il ritardo nella pubblicazione del contenuto più scottante del "baule di Newton" deve indurre ad attenta riflessione. Quanto spesso le battaglie politico-culturali indeboliscono l'interesse per la verità e la sua ricerca?




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