Tarquinia Molza nacque a Modena il primo novembre 1542 da una delle famiglie più importanti del patriziato modenese. Suo nonno era il poeta Francesco Maria Molza. Ricevette una istruzione raffinata, acquisendo una profonda conoscenza del latino e del greco, della letteratura, della filosofia e della musica. Le furono impartite lezioni di ebraico e di astronomia.
Erudizione e intelligenza la resero famosa non solo nella città di origine. Fu a lungo damigella d'onore alla corte estense di Ferrara. Si trasferì a Roma alla fine del secolo, dove nel 1600 il Senato romano le conferì la cittadinanza onoraria.
La poetessa e musicista modenese, pur esaltata come "unica" dal Senato di Roma, in realtà non rappresentò un caso isolato di fama letteraria conseguita da una donna nell'Italia del Sedicesimo secolo. Basti segnalare, per importanza, Vittoria Colonna. Tali letterate vennero pubblicamente celebrate e proposte a modello, a differenza di quanto accadeva nel mondo islamico.
Al-Khansa', la più nota poetessa della letteratura araba, fu attiva a cavallo tra il Sesto e il Settimo secolo e si convertì all'Islam solo nella maturità. La poetessa andalusa Qasmuna bat Ismail, vissuta nell'XI secolo, era di religione ebraica. Le poetesse che hanno segnato la letteratura araba contemporanea si sono affermate di solito negli spazi consentiti dal nazionalismo laico novecentesco. Esemplare in questo senso la figura dell'irachena Nazik al-Mala'ika, morta in Egitto nel 2007.
Nell'Europa cristiana la dignità della donna era profonda e riconosciuta, grazie all'influenza della religione. Evliya Celebi, scrittore ottomano di viaggi di pochi decenni successivo a Tarquinia Molza, raccontò ai suoi lettori l'Europa del Diciassettesimo secolo in questi termini:
"In quel paese vidi una cosa straordinaria. Se l'imperatore incontra una donna per strada ed è a cavallo, si ferma e cede il passo alla donna. Se, invece, egli è a piedi e incontra una donna, si ferma in atteggiamento cortese. Poi la donna saluta l'imperatore ed egli si leva il cappello e si rivolge alla donna con deferenza e riprende il cammino solo dopo che ella sia passata. E' uno spettacolo straordinario. In questo paese, come pure in altre terre degli infedeli, l'ultima parola spetta alle donne, che vengono onorate e riverite per amore di Madre Maria" (in Bernard LEWIS, I musulmani alla scoperta dell'Europa, 2004, pag. 356).
Qui si possono leggere scritti di Tarquinia Molza preceduti dalla Vita della stessa compilata dallo scienziato e matematico Domenico Vandelli.