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mercoledì 23 gennaio 2013

Gli USA di Obama evitano il baratro ma non il declino.





Gianni Riotta su La Stampa del 22 gennaio 2013 ha così delineato le prospettive della seconda presidenza Obama:

"Il brusco passaggio dall’utopia alla realtà è la cifra del secondo mandato di Obama".
"Non si può più - Obama lo sa, ma non ha fatto nulla, perfino stracciando le proposte di una commissione bipartisan convocata sul tema - spendere come se le tasse Usa fossero altissime e tassare come se la spesa Usa fosse ridottissima. Alta spesa e basse tasse sono, da G. W. Bush soprattutto, somma rovinosa. Con un numero record di americani che vanno in pensione, figli del boom del dopoguerra, le tre voci di spesa, difesa, sanità e pensioni, vanno tagliate. Gli economisti più intelligenti, come Rogoff, propongono di «tagliare la spesa attraverso l’innovazione», riformando cioè esercito, ospedali, sussidi agli anziani e scuole con le tecnologie, per fornire servizi a spesa ridotta. Ma nessuno ha il coraggio di dirlo agli elettori".

"Nessuno ha il coraggio di dirlo agli elettori". Sono le aspettative degli elettori, da sempre e sempre più nelle democrazie occidentali, ciò che fa la differenza.

Sul Corriere della Sera del 23 gennaio 2013 Giovanni Sartori ha scritto:

" Un libro molto letto, oggi, nelle università americane, è Prozac Leadership di David Collinson: un titolo che dice tutto, e cioè che il crac è figlio di una cultura che "premiando l’ottimismo ha indebolito la capacità di pensare criticamente, ha anestetizzato la sensibilità al pericolo"".

In America come in Europa è difficile dire agli elettori verità che non sono preparati a sentire e a capire. I problemi di competitività posti dalla globalizzazione e l' insostenibilità del nostro welfare appaiono spesso argomenti tabù. Eppure questi sono i temi decisivi e pressanti. Non a caso sono stati pubblicamente discussi nei paesi che meglio hanno retto l' urto della crisi. I politici tedeschi ne parlano, compresi da un elettorato che meno di altri si lascia suggestionare dagli imbonitori.
Alcuni recenti dati mettono a nudo le difficoltà strutturali dell' economia americana. Le grandi compagnie dell' hi-tech mostrano un' insolita caduta dei profitti:

"E' il poker dell'hi-tech a stelle e strisce: Google, Ibm, Apple e Microsoft. Ma questa volta la "mano" giocata degli utili tecnologici questa settimana non basterà a vincere la partita dei profitti a Wall Street: le aziende dell'alta tecnologia, abituate a sbancare con marce inesorabili dei bilanci e trainare l'intera stagione dei conti, questa volta usciranno sconfitte. Le performance, ammoniscono gli analisti, dovrebbero mostrare nell'insieme - cioe' una volta sommate 70 grandi società - un insolito calo dei profitti trimestrali" ( Marco Valsania - Il Sole 24 Ore).

Fondamentale importanza ha la bilancia commerciale. L' ormai abituale deficit aumenta, ma soprattutto tale aumento non è determinato dalle importazioni di petrolio nè dalle vicende del settore alimentare, bensì dall' andamento dei beni di consumo:

 "Brutta sorpresa per i mercati dagli Stati Uniti. A novembre il deficit commerciale Usa è cresciuto del 15,8%, a 48,73 miliardi di dollari, dai 42,06 miliardi di dollari di ottobre (dato rivisto al ribasso dai precedenti 42,24 miliardi). Gli analisti avevano previsto invece un ribasso a 41,2 miliardi, sulla scia del calo dei prezzi del petrolio.
Il risultato è dovuto principalmente all'aumento delle importazioni di beni non petroliferi, che hanno toccato livelli record. Se dal conteggio si esclude l'oro nero, il dato ha raggiunto i massimi degli ultimi cinque anni. Lo ha reso noto il dipartimento del Commercio americano.
In generale le importazioni sono aumentate del 3,8%, a 231,28 miliardi, con rialzi soprattutto per i beni di consumo. In particolare, gli acquisti di cellulari sono saliti del 27% e i prodotti farmaceutici quasi del 20%. L'import di greggio è sceso a 23,68 miliardi di dollari, dai 25,9 miliardi di ottobre. Il prezzo medio del barile è calato di 2,3 dollari, a 97,45 dollari" (FIRSTonline).

Quando il consumatore può spendere continua ad acquistare beni di produzione straniera, più competitivi rispetto a quelli prodotti negli Stati Uniti. Senza una manifattura ad alto valore aggiunto davvero competitiva gli USA  come l' Europa non possono risolvere i propri problemi, non riescono a creare nuova occupazione di buona qualità e a ottenere redditi più alti per ampi settori della popolazione.
E' sempre più evidente che il lassismo monetario e di bilancio praticato dall' Amministrazione Obama non è in grado di fronteggiare adeguatamente questi problemi strutturali, risultando controproducente. Un severo monito per chi in Italia vorrebbe allentare la disciplina fiscale e monetaria senza un efficace taglio della spesa pubblica corrente.


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