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venerdì 17 febbraio 2012

Obama e i talebani. Come rendere inutili dieci anni di guerra.

I governi statunitense e afghano hanno intrapreso trattative segrete trilaterali per porre fine al conflitto in Afghanistan. Questi sviluppi sono stati resi possibili dalla recente apertura di un ufficio diplomatico dei talebani a Doha (Qatar) e dalla disponibilità dell'amministrazione USA a favorire il trasferimento in Qatar di non più di cinque terroristi detenuti a Guantanamo.
Oltre alla liberazione dei detenuti nel carcere cubano i talebani chiedono l' uscita dall'Afghanistan delle truppe straniere. Mentre il governo americano dichiara di esigere la fine della lotta armata, la rescissione dei legami con al-Qaeda e l'accettazione della nuova costituzione afghana, con la garanzia dei diritti di uomini e donne.
Le elezioni si avvicinano. Obama è gravato del bilancio fallimentare della sua presidenza. Lo sbrigativo ritiro dall'Iraq e dall'Afghanistan si spiega con la necessità di recuperare consensi e di contenere la spesa pubblica. Ma la sofferta vittoria in Iraq viene così posta a rischio mentre appare certa l'incapacità del governo afghano di provvedere alla sicurezza del proprio territorio senza il decisivo contributo delle truppe occidentali.
AsiaNews è una agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere (P.I.M.E.). Solitamente molto ben informata, è una fonte preziosa per chi vuole sapere cosa succede in Asia.
Secondo le fonti di AsiaNews " Stati Uniti e governo afghano sono in una posizione di debolezza rispetto ai ribelli, che in questi mesi hanno ripreso il controllo di diverse aree del Paese e in settembre sono riusciti a sferrare un attacco nella capitale. "Se le truppe internazionali lasciassero ora l'Afghanistan - sottolineano - il Paese piomberebbe nel caos. A tutt'oggi l'esercito afghano è troppo impreparato e non ha sufficienti mezzi per garantire la sicurezza. L'uscita da al-Qaeda non è una garanzia di abbandono totale della guerriglia. Ci sono molti gruppi terroristi afghani legati ai talebani che nulla hanno a che fare con l'organizzazione. Inoltre nessun leader islamico si è espresso sul riconoscimento della costituzione afghana".
Tali fonti "criticano l'eccessiva esuberanza con cui l'amministrazione Obama sta gestendo gli incontri. Per spingere gli estremisti islamici a iniziare subito i colloqui, nelle scorse settimane Barak Obama, presidente USA, ha proposto il rilascio di tre detenuti dal carcere di massima sicurezza. "Gli Stati Uniti - sottolineano - sono troppo sbrigativi. Alcuni dei detenuti hanno commesso stragi di civili e sono in carcere per crimini contro l'umanità e non possono essere rilasciati senza garanzie". "Il futuro del Paese - concludono - dipende dal dialogo con i talebani, la guerra non può più andare avanti. Per non rendere inutili questi anni di continui combattimenti e spargimenti di sangue, i negoziatori dovranno però essere risoluti a non cedere sulle conquiste della lotta contro i talebani: democrazia e rispetto dei diritti umani".
Ma si tratta in realtà di richieste inconciliabili. Il disimpegno bellico degli alleati occidentali in Afghanistan non potrà avvenire senza compromettere lo sviluppo della democrazia afghana e senza consentire il ritorno al potere dei gruppi talebani più influenti, secondo l'opinione prevalente controllati dal Pakistan.
Obama conferma il suo ruolo di curatore fallimentare. Può darsi che i suoi elettori apprezzino l'abbandono di responsabilità oggi difficili da sostenere, non vedendo le conseguenze negative che potranno derivarne.



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