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lunedì 8 agosto 2011

Il Settecento negli scritti autobiografici di Rousseau e Franklin.




Gli scritti autobiografici delle personalità eminenti rappresentano una via di approccio diretta e privilegiata alla storia. Per il Diciottesimo secolo sono da segnalare per importanza, tra i tanti rilevanti, Le Confessioni di Jean-Jacques Rousseau e l'Autobiografia di Benjamin Franklin.

Nelle Confessioni Rousseau presenta la propria vita non risparmiando dettagli intimi a volte sorprendenti, citando persino episodi di esibizionismo. Sullo sfondo la società e la cultura settecentesche. I melomani troveranno il suo giudizio sulle doti musicali delle ragazze degli orfanotrofi veneziani per cui prestò la propria opera anche Antonio Vivaldi.

L'Autobiografia di Franklin, sia pure incompleta, disegna con efficacia la sua figura poliedrica. Autodidatta, in gioventù tipografo, fu tra i padri fondatori degli Stati Uniti d'America. Incarnò perfettamente l'illuminismo prudente, pragmatico, deista e massone diffuso nei paesi di lingua inglese. Ancora in vita divenne un vero e proprio mito. Rappresenta un modello di successo personale tuttora influente.

L'opera di Rousseau si trova ancora in libreria.
L'ultima edizione italiana dell'Autobiografia di Franklin risale alla fine degli anni Novanta. In inglese si può leggere in rete qui.



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