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venerdì 6 maggio 2011

La morte di Osama bin Laden: un successo da non sopravvalutare.

L'eliminazione di bin Laden ha permesso a Barack Obama di riconquistare parte del consenso perduto. Ma la sua presidenza continua ad apparire fallimentare a molti suoi concittadini.
Al debito pubblico fuori controllo non corrispondono una valida ripresa economica e una apprezzabile riduzione della disoccupazione. Una ripresa vitale, non effimera, può arrivare solo da un aumento degli investimenti privati, da un incremento della produttività e della competitività diffuso, non limitato ad alcune grandi compagnie, da una minor adesione a stili di vita distruttivi e autodistruttivi, accompagnata dal concreto raggiungimento di migliori standards di etica del lavoro e della responsabilità.
Fuori dai confini statunitensi i problemi, vecchi e nuovi, sono lontani da una soluzione. In Medio Oriente e Nord Africa le recenti rivolte popolari aprono anche inquietanti prospettive. Dove i regimi autoritari sono caduti le richieste di più alti salari e maggiori spese pubbliche comportano rischi sotto il profilo della tenuta dei conti pubblici. Mentre le entrate derivanti dal turismo e gli investimenti stranieri potrebbero diminuire.
Altre preoccupazioni crea il più importante ruolo esercitato dai movimenti islamici. In Siria e soprattutto in Iran i regimi autoritari esistenti sembrano in grado di restare in sella incattivendosi ulteriormente. Il conflitto israeliano - palestinese non è componibile. I Palestinesi non accettano e non accetteranno l'esistenza di uno stato ebraico. Gli Israeliani non accettano e non accetteranno il ritorno in Israele dei profughi palestinesi. Gli ostacoli sembrano insuperabili. L'aumentata influenza delle masse islamiche, educate nell'odio verso Israele, non può che far diminuire le residue speranze di pace.
E poi Iraq e Afghanistan. Il disimpegno dall'Iraq, anche se non totale, compromette una vittoria ottenuta a carissimo prezzo, aprendo la porta a sempre maggiori ingerenze iraniane. L'Afghanistan, oggetto di tante promesse elettorali del presidente Obama, probabilmente verrà in larga misura riconsegnato ai Talebani. Una fuoriuscita politica in realtà corrispondente ad una resa, che la scomparsa di bin Laden non può coprire efficacemente agli occhi dell'opinione pubblica americana.
Infine il reset dei rapporti con la Russia. Assistiamo ad una battuta d'arresto, spiegabile più con la insufficiente autorevolezza che con una accresciuta fermezza di Barack Obama.
Questi sono soltanto alcuni dei problemi che potrebbero precludere a Obama la riconferma presidenziale. Oggi il presidente USA ottiene un consenso più ampio. Ma gli elettori statunitensi, formati in una vecchia e solida democrazia, difficilmente ripetono due volte lo stesso errore.

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