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sabato 28 agosto 2010

Elezioni. La scelta importante.

Mentre si affaccia la possibilità di elezioni anticipate, assai criticata è la legge elettorale vigente. Si lamenta l'impossibilità di esprimere preferenze. Si propone il passaggio ai collegi uninominali. Ma bisogna essere franchi. Per queste vie la libertà di scelta dell'elettore ed il peso del suo voto possono essere ridotti invece che crescere.
Sulle preferenze va detto che, senza elezioni primarie, una o poche che siano, le candidature vengono comunque decise dai partiti o dalle loro correnti. La concorrenza tra candidati dello stesso partito produce un aumento dei costi della politica e quasi certamente un aumento degli illeciti commessi per ottenere i soldi necessari. L'accentuarsi del fenomeno delle correnti dei partiti ne riduce la capacità di proposta e decisione. L'eventuale introduzione delle cosiddette elezioni primarie non esclude l'ingerenza dei vertici dei partiti mentre non offre alcuna garanzia che siano scelti candidati più capaci di quelli che emergono dalla tradizionale selezione interna.
Quanto ai collegi uninominali, a prescindere dalla questione del turno unico o doppio, oltre a quanto premesso, va sottolineato che essi non incrementano la probabilità di maggioranze parlamentari stabili nè assicurano che l'elettore possa scegliere direttamente chi dovrà governare. Nelle recenti elezioni inglesi, proprio con i tradizionali collegi uninominali, la scelta della coalizione di governo è stata fatta non dagli elettori ma dai vertici dei partiti, con trattative successive. In effetti la disomogenea distribuzione territoriale dei consensi e la ristrettezza dei collegi può non raramente escludere la scelta diretta dei governanti. Mentre disegnando i confini dei collegi stessi si può furbescamente influenzare l'esito della consultazione elettorale.
La scelta diretta dei governanti e soprattutto il diretto giudizio su chi ha governato rappresentano invece le questioni fondamentali e le libertà più preziose per il cittadino elettore. Solo situazioni straordinarie possono giustificare misure volte a rendere meno diretta l'efficacia del voto popolare.

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