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domenica 18 agosto 2019

Classicità e modernità. Una rivoluzione morale.



Le vere radici cristiane dell'Europa si manifestano in una sensibilità morale, nel senso del peccato. Lo ha ben notato Bertrand Russell nel Terzo volume della sua Autobiografia, accennando a un suo viaggio in Grecia:

"Una cosa tuttavia mi sorprese. Mentre le grandi opere che tutti ammirano mi avevano affascinato per la loro imponenza, trovandomi in una chiesetta dell'epoca di quando la Grecia faceva parte dell'Impero Bizantino, mi sentii, con vivo stupore, più a casa mia in quel luogo che non nel Partenone o in qualsiasi altro edificio dell'epoca pagana. Mi resi conto in quel momento che la concezione cristiana aveva un potere su di me assai più grande di quanto non pensassi. Questo potere si esercitava non sulle mie credenze ma sui miei sentimenti. Mi era sempre parso che i greci differissero dal mondo moderno principalmente per l'assenza in loro del senso del peccato e compresi con stupore che io stesso sono fortemente dominato nei miei sentimenti, sebbene non nelle mie credenze, da questo senso" (op.cit, 1970, pag. 109).

Russell, per educazione e formazione uomo dell'Ottocento, ha esercitato una profonda influenza sul pensiero del Ventesimo secolo. In questo passo coglie la rivoluzione morale prodotta dal cristianesimo. Mentre il filosofo britannico scriveva queste parole la religione cristiana era già da tempo in crisi in Occidente. Quali sono i suoi effetti?

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