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sabato 11 ottobre 2008

Sulla libertà.



Oggi più del solito la libertà è sotto tiro, soprattutto nelle sue manifestazioni economiche, ma si addebitano ad essa colpe che non ha. E' ben noto infatti che la libertà nella società nasce e rimane vitale solo grazie ad una rete di regole, senza le quali conduce paradossalmente al suo contrario, cioè alla oppressione del debole a vantaggio del forte. Occorre dunque, nella minor misura possibile, limitare la libertà di ciascuno per assicurare pari libertà a tutti.
Allora individuare le regole necessarie ed assicurarne la vigenza significa creare o ripristinare la libertà, non distruggerla. Questo principio fondamentale vale per la libertà in tutti i suoi aspetti, anche economici.
Ogni rete di regole risulta davvero efficace solo quando di esse si ottiene un alto grado di osservanza spontanea. Qualcuno, in questi giorni convulsi, ha parlato della necessità di "spiritualizzare il capitalismo" per renderlo sostenibile. Al di là delle parole usate, di per sè mai davvero importanti, in questo modo si è appunto sottolineata la necessità che anche gli operatori economici si sentano responsabili delle loro azioni ed agiscano ispirando la loro condotta ad alcuni precisi principi morali.
Altrimenti cadrà un sistema di relazioni economiche che ha certamente consentito di raggiungere un benessere diffuso e non può essere ridotto alle sue distorsioni ed ai suoi vizi.

mercoledì 1 ottobre 2008

Ragione e vita.

"I lumi non fanno altro che rischiarare il cammino, senza fornire agli uomini la forza di percorrerlo" (Benjamin Constant)

La ragione critica contemporanea è consapevole dei propri limiti.
Fa della modestia la propria forza.
Ma per vivere in momenti difficili e fare la cosa giusta abbiamo a disposizione il patrimonio morale e religioso rappresentato dalla grande tradizione cristiana occidentale.
Chi non vuole rinunciare nè ai "Lumi" nè al Cristianesimo che vive nei secoli accolga operosamente questo proprio coerente desiderio.

venerdì 19 settembre 2008

Elogio della democrazia rappresentativa.

"Benchè soltanto pochi siano in grado di dar vita a una politica, noi siamo tutti in grado di giudicarla" (Pericle di Atene 430 a. c. circa)



Qui il leader democratico ateniese spiega la democrazia rappresentativa, ne fornisce la giustificazione teorica. L'indirizzo politico, il governo di una grande società aperta, non possono non ispirarsi ad una visione generale. Non possono non avere i caratteri della continuità. Non possono non essere attività creative. Chi governa deve fronteggiare l'emergenza, dare risposte pronte ad esigenze improvvise.
Dunque solo pochi possono governare. Ma tutti devono avere il diritto di giudicare i propri governanti e di sostituirli senza dover ricorrere alla violenza. Una grande democrazia libera o è rappresentativa o non è. L'insieme di tante decisioni particolari e contingenti, sia pure prese dai diretti interessati, non può sostituire la grande politica.

domenica 31 agosto 2008

Ubi bene, ibi patria.

"Ubi bene, ibi patria"

Dove è possibile condurre una vita buona, là è la mia patria.
Non mi interessa quale lingua si parli, quale sia il colore della pelle.
Contro l'ossessione identitaria.
Contro il nazionalismo.
Contro il razzismo.


domenica 10 agosto 2008

La Didachè.




A quasi duemila anni dalla sua composizione la Didachè ancora affascina. Si tratta di uno dei primissimi catechismi cristiani, quasi contemporaneo ai Vangeli canonici. Da notare la chiara condanna dell'aborto. Fin dalle origini essa connota la morale cristiana e la distingue dalla morale mondana contemporanea.



Filosofia della scienza.

La filosofia della scienza rappresenta per me il frutto migliore del pensiero occidentale.
Migliorando la nostra comprensione dell'impresa scientifica apriamo la mente ad una conoscenza senza certezza, alla modestia intellettuale, alla tolleranza.

Propongo il seguente percorso ragionato, partendo dall'ottima introduzione alla materia di David Oldroyd.

- D. OLDROYD, Storia della filosofia della scienza

- K. POPPER, Congetture e confutazioni

- K. POPPER, Scienza e filosofia

- K. POPPER, La ricerca non ha fine

- K. POPPER, IL mito della cornice

- I. LAKATOS, La metodologia dei programmi di ricerca scientifici

- T. S. KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche

- P. K. FEYERABEND, Ammazzando il tempo. Un'autobiografia

- I. LAKATOS - P. FEYERABEND, Sull'orlo della scienza

- I. LAKATOS - A. MUSGRAVE (a cura di), Critica e crescita della conoscenza

domenica 3 agosto 2008

Ecco Willi Munzenberg. Il milionario rosso.



Ricordiamo questa straordinaria figura di propagandista e manipolatore di coscienze.
Al servizio del Comintern e dei servizi segreti sovietici, attraverso le gigantesche organizzazioni apparentemente indipendenti che creò e diffuse è all'origine di molte delle idee guida più radicate nell'opinione pubblica occidentale.
Sulla sua figura e il suo ruolo resta fondamentale la testimonianza di Arthur Koestler. Si legga in particolare La scrittura invisibile - Autobiografia 1932 - 1940, 1991, pagg. 227 e segg. Utile anche la lettura di Willi Munzenberg il Murdoch di Stalin di Martino Cervo.
Conoscere questo grande protagonista della storia del Novecento e la sua opera è ancora indispensabile per comprendere il presente. Una "caccia al tesoro" destinata a sorprendere ed illuminare.

















venerdì 13 giugno 2008

La pace.

Scrive Benedetto XVI:

<<...la pace e il diritto, la pace e la giustizia sono inseparabilmente interconnessi. Quando il diritto è distrutto, quando l’ingiustizia prende il potere, la pace è sempre minacciata ed è già, almeno in parte, compromessa>>.

venerdì 6 giugno 2008

Da Gian Burrasca a Tocqueville. Le rivoluzioni.

Chi non è più giovane ricorderà il Gian Burrasca di Vamba, interpretato da una giovanissima Rita Pavone.
Cantava:

"...Vi va la pa pa pappapa
col popopomo dor
La storia del passato
ormai ce l'ha insegnato
che il popolo affamato
fa la rivoluzion

ragion per cui affamati
abbiamo combattuto
perciò buon appetito
facciamo colazion.
Viva la pappappappa
col popopopopopopomodoro..."

Pare proprio che non sia vero.
Come probabilmente per primo ha rilevato Tocqueville (L'antico regime e la rivoluzione), l'esperienza invece insegna che le rivoluzioni scoppiano quando si comincia a vivere meglio.
E quasi mai consentono al meglio di crescere e consolidarsi.

lunedì 2 giugno 2008

Università per tutti?

Una delle cause principali del ritardo italiano è rappresentato dalla modesta qualità delle nostre università. L'accesso di massa, privo di filtri selettivi capaci di coniugare giustizia ed efficienza, ne ha fatto carrozzoni dove l'eccellenza non viene premiata.
Ma i nostri padri costituenti pensavano ad università strutturate in modo tale da non bruciare risorse consentendo un facile accesso ai non meritevoli e ai non dotati. L'accesso a costi adeguati, tramite borse di studio e per concorso, consentirebbe un ritorno all'alta qualità dell'insegnamento, dell'apprendimento, della produzione scientifica.
Assicurando la sostenibilità finanziaria ed un premio ai capaci e meritevoli idoneo a favorirne la mobilità sociale verso l'alto. Corruzione permettendo, naturalmente.

Costituzione italiana vigente, art. 34


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