L'approvvigionamento di gas naturale costituisce per l'Unione europea una priorità strategica.
La consapevolezza di ciò ha spinto negli ultimi anni i vertici della UE ed i più importanti governi nazionali interessati a pianificare infrastrutture capaci, nel contempo, di garantire forniture adeguate e di evitare una troppo stretta dipendenza dalla Russia.
E' nato da queste preoccupazioni, condivise dall'amministrazione degli Stati Uniti, il progetto del gasdotto Nabucco, destinato a portare gas nel cuore dell'Europa senza la partecipazione della Federazione russa.
Dalla cooperazione energetica tra Russia ed Italia nasce invece il piano del gasdotto South Stream, che l'italiana ENI e la russa Gazprom intendono realizzare insieme per portare il gas russo nell'Unione europea.
Due progetti finora alternativi, anche e soprattutto sotto il profilo politico strategico. Ma ci sono ora novità che potrebbero rivelarsi importanti.
Qualche giorno fa l'amministratore delegato dell'ENI Paolo Scaroni ha avanzato la proposta di rendere complementari i due gasdotti, realizzando un tratto comune e consentendo alla Russia di esportare il suo gas attraverso entrambe le strutture.
Segreteria di stato USA e ministero degli esteri italiano hanno discusso in questi giorni il problema a Roma. E' emersa una nuova disponibilità americana a prendere in considerazione il cambio di rotta.
Un'apertura, quella della diplomazia USA, significativa anche rispetto all'orientamento strategico generale del governo degli Stati Uniti. Si moltiplicano infatti i segnali di un miglioramento dei rapporti tra questi e la Russia.
Con un ruolo di primo piano svolto dalla diplomazia italiana.