Su La nuova Bussola Quotidiana del 19 settembre 2014 Stefano Magni ha intervistato Luigi Geninazzi, inviato de Il Sabato e di Avvenire nell’Europa dell’Est, sul consenso che ormai Putin ha conseguito anche tra i cattolici italiani. Ormai molti moderati e conservatori, non solo cattolici, approvano l'operato del presidente russo e sono attratti dall'immagine forte che di sè ha saputo diffondere. Così Geninazzi:
"Per quanto riguarda la destra occidentale e mi riferisco soprattutto alla destra italiana, anche moderata, si è diffusa un’ampia simpatia per Putin. Per due motivi. Primo: non si conoscono i fatti e si dà ascolto solo alla propaganda russa, crede alla tesi che Usa e Ue abbiano voluto “strappare” l’Ucraina al suo ambito naturale. Ma perché si vuole credere a questa assurdità? E qui entra in gioco il secondo fattore: l’Occidente odia se stesso. E purtroppo ce ne sono di motivi: Obama è un presidente riluttante che non sa che pesci pigliare, l’Ue sta annegando in una crisi economica da cui sembra non uscire più, a Bruxelles ci sono 28 Paesi che girano a vuoto. Non è un bello spettacolo. Abbiamo sviluppato un tale rigetto per le nostre classi dirigenti che, quando appare un uomo forte, che esprime l’idea chiara “qui comanda lo Stato!”, quando quest’uomo con metodi duri difende i valori tradizionali, difende la famiglia naturale, dice di voler difendere i cristiani in Medio Oriente, a molti appare come l’ideale dello statista. E non si accorgono che, questa retorica, fa parte del cinico gioco di Putin. Al presidente russo interessa solo l’affermazione dell’identità russa".
"... l’essenza del messaggio di Putin è l’opposto di quello di San Giovanni Paolo II. Il suo messaggio, lanciato ai russi, agli ucraini, ai georgiani, a tutti gli europei, è uno solo: “abbiate paura”. E io sono sconcertato che i cattolici non lo capiscano. Putin è l’essenza dell’anti-cristianesimo. La sua è una logica identitaria, nazionalista, autoritaria, che non ha nulla a che vedere con la tradizione evangelica: abbiate paura".
Alla propaganda russa corrisponde una speculare propaganda promossa da ambienti occidentali che per varie ragioni considerano vantaggiosi l'indebolimento e la destabilizzazione della Russia di Putin. Nelle parole di Geninazzi si percepisce appunto l'eco di tale propaganda, che giunge da un Occidente idealista o più spesso cinico e irresponsabile.
In realtà Putin, ex ufficiale del KGB di stanza nella Germania Orientale, conosce bene l'Occidente e il proprio paese. E' un politico duro e pragmatico. Sa che il solo collante efficace della Russia sorta dalle ceneri della vecchia Unione Sovietica è il nazionalismo e non può fare a meno dell'appoggio della Chiesa Ortodossa.
In questo contesto il leader russo ha cercato in ogni modo di creare e conservare di sé l'immagine di statista forte, decisionista, determinato a difendere gli interessi della Russia e dei russi anche fuori dei suoi confini, pur nella consapevolezza che il suo paese non può e non deve porre in discussione l'entrata nella NATO e nell'Unione Europea che molti paesi ex componenti o satelliti dell'Unione Sovietica hanno già portata a compimento.
Con questa Russia l'Occidente deve coltivare buone relazioni economiche e trovare un'intesa strategica fondata sui comuni interessi vitali. La sfida cinese e la minaccia islamica fondamentalista spingono alla composizione degli attuali contrasti. Bisogna che i governanti europei e la leadership USA comprendano che far "perdere la faccia" a Putin significa destabilizzare una compagine russa pervasa da sentimenti nazionalisti oggi insostituibili come fattore adesivo. La potenza regionale russa non può venir meno senza aprire un vuoto strategico devastante, gravemente lesivo degli stessi interessi occidentali. Dunque a Mosca come nelle capitali occidentali moderazione, responsabilità e lungimiranza devono prevalere.