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giovedì 25 novembre 2010

Un approccio comparativo, uno sguardo globale. Come si bara nel dibattito pubblico italiano.

In Italia si guarda troppo poco fuori dei confini nazionali. Ma è sbagliato imputare ciò a semplice provincialismo. In realtà, nel dibattito pubblico, più spesso si tratta di uno stratagemma per ingannare e fuorviare. L'attenzione alla situazione internazionale ed il confronto con ciò che accade nelle altre democrazie possono infatti determinare il rovesciamento di giudizi e decisioni.
Anche nel Secondo dopoguerra il nostro paese è stato segnato da conflitti politici e culturali durissimi. Non sembra eccessivo parlare di una guerra civile strisciante, per certi aspetti tuttora in atto. Nessun colpo è stato escluso. Perfino storiografia, dottrina giuridica, giurisprudenza e riflessione sulla scienza hanno costituito terreno di scontro. In un dibattito pubblico siffatto un approccio comparativo ed uno sguardo globale fanno la differenza. Due esempi risultano particolarmente significativi.
Lo schieramento politico dell'Italia repubblicana si è distinto in ambito occidentale per l'egemonia sulla sinistra a lungo esercitata da un forte ed influente partito comunista. Mentre nelle altre democrazie occidentali tale ruolo dominante è stato svolto a sinistra da partiti socialdemocratici o genericamente progressisti.
Il giudizio storico sul Partito comunista italiano è importante per l'individuazione di eventuali responsabilità morali e politiche dei suoi dirigenti. Ma non è privo di rilevanza per l'indagine storico-politica sulle formazioni che ne hanno accolto l'eredità. Se isoliamo certi atti dal contesto storico internazionale ci apparirà un partito genuino protagonista e fautore della democrazia nazionale. Se invece consideriamo relazioni e rapporti di forza internazionali, ma soprattutto la documentazione di fonte sovietica resa disponibile con la caduta dell'URSS, vedremo una forza politica largamente dipendente dalle direttive e dai finanziamenti sovietici.
Così nelle aspre discussioni sul ruolo, sulle prerogative, sulle attribuzioni, sulla posizione costituzionale dei pubblici ministeri e della pubblica accusa. Certe proposte di riforma assumono un senso differente se si prendono in considerazione le soluzioni tradizionalmente adottate nelle altre democrazie liberali.
Giudizi affrettati o più spesso ingannevoli e fuorvianti possono in questo modo essere ribaltati e smascherati. Purchè tutti possano parlare liberamente. Sempre più spesso in Italia si ritiene di poter esercitare la libertà di espressione impedendo ad altri di esercitarla. La vecchia guerra civile strisciante riprende forza. Occorre la massima attenzione. Essa come i fiumi carsici può riemergere e dilagare. Gli sconfitti sarebbero i lavoratori, i giovani, le famiglie, il risparmio, i diritti e le libertà. I cui veri difensori nel nostro paese si sono tradizionalmente manifestati soprattutto nel segreto delle cabine elettorali.

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